La governance dell’acquedotto ha presentato i dati del bilancio 2019 che presto verranno portati all’approvazione dei Comuni soci
TERAMO – Acqua ancora a prezzo basso nonostante i recenti aumenti, utile di bilancio che fa ben sperare al di là dei contributi governativi e documenti contabili veritieri ed ordinati. La governance del Ruzzo, società in house che gestisce l’acquedotto teramano, questa mattina nella sede di via Nicola Dati ha presentato il bilancio consuntivo che presto verrà portato all’approvazione dei Comuni soci.
I dati presentati sono gli stessi rispetto a quelli illustrati appena sabato mattina dai controllori dell’Ersi su richiesta dei sindaci di centrosinistra. A cambiare è la loro interpretazione, rispetto alle critiche che qualche sindaco – in primis quello di Teramo Gianguido D’Alberto – aveva rivolto al documento contabile. Segno che al di là dei dati incontrovertibili del bilancio, la partita politica extra – acquedotto si gioca tutta sulle interpretazioni.
La Ruzzo Reti Spa chiude il bilancio del 2019 con un milione di euro di attivo. Per la presidente Alessia Cognitti il contributo una tantum per le bollette del cratere sismico (seppur significativo, come rilavato dall’Ersi), non incide sulle performance contabili e finanziarie della società. Tradotto: la strada era ed è sempre quella corretta, senza sorprese, nonostante le difficoltà ereditate dal passato.
Sui costi del servizio idrico integrato, come rilevato dall’Ersi interrogato sabato dai sindaci di centrosinistra, sono in aumento. Ma alcuni lo sono per motivi imprevisti, come ad esempio le analisi di laboratorio sulla qualità dell’acqua, imposte sia a livello nazionale dall’agenzia Arera, che dalle circostanze locali abruzzesi. Cioè l’emergenza acqua del Gran Sasso. La sicurezza e la qualità dell’acqua che sgorga dai rubinetti delle case di 400mila utenze rende le analisi (e l’aggravio di costi per tecnologie e monitoraggio dei campionamenti) non solo necessarie, ma una responsabilità per la governance del Ruzzo.
Sul fronte del personale (e dunque le critiche rivolte dai sindaci di centrosinistra su pianta organica, progressioni verticali e utilizzo degli interinali), la governance del Ruzzo ribadisce un dato asettico ed incontrovertibile: la spesa per 279 unità di personale (che diventano 284 d’estate con gli operatori in più assunti per presidiare i depuratori anche di notte) è in linea con le disposizioni dell’Assi. Compresi gli interinali, assunti per garantire i servizi dell’ente.
Sul fronte della bolletta (e dunque sugli aumenti recenti criticati da più parti, anche dai sindaci di centrosinistra sabato mattina), il Ruzzo ribadisce un concetto che espone pubblicamente da almeno un anno: l’acqua del Ruzzo costa poco, ma per troppi anni è costata ancora di meno, vendita a prezzo politico. Gli aumenti recenti sono stati dettati dalle normative dell’agenzia nazionale Arera, e sono comunque ampiamente inferiori alla media italiana. A certificare la questione bollette, in conferenza stampa c’era anche Mauro Chilante, coordinatore territoriale dell’associazione CittadinanzAttiva, che ha presentato lo studio dell’associazione civica: il prezzo dell’acqua in provincia di Teramo, nonostante l’aumento recente, è al 70° posto in Italia su 106 province.
Quanto agli alert lanciati nei giorni scorsi dall’Ersi, anche in questo caso i dati tra controllori e società controllata coincidono: il bilancio del Ruzzo è gravato da criticità ereditate dal passato, ma quello che verrà presentato ai sindaci per il voto dei prossimi giorni sarà un bilancio veritiero, in linea con la lenta e difficile ripresa dell’ente intrapresa dalle ultime governance, e soprattutto un modello virtuoso per gli altri acquedotti abruzzesi, che chiedono collaborazione a via Dati per affrontare i loro problemi.